Un problema da prendere a cuore
La nostra è una popolazione che invecchia sempre di più e con essa, in parallelo, aumentano le diagnosi di patologie cardiache (per esempio scompenso cardiaco, fibrillazione atriale, sindrome del QT lungo, cardiomiopatie, eccetera).
Per il loro trattamento, diverse richiedono l’impianto di dispositivi cardiaci quali pacemaker e defibrillatori, un dato anche questo in aumento. Infatti, si stima che ogni anno questi device vengono prescritti a 90mila persone solo in Italia, a 1,5 milioni in Europa e 1,7 milioni negli Stati Uniti.
Tuttavia, seppure questi dispositivi siano sempre più piccoli ed efficaci, e gli interventi chirurgici per posizionarli sempre più di routine – e quindi meno rischiosi – si tratta pur sempre di soluzioni invasive, che prevedono un decorso post-operatorio che non è scevro da complicazioni.
Tra queste, la più comune è il versamento siero-ematico nella tasca sottocutanea che ospita il device (pacemaker o defibrillatore), ma anche erosioni della cute, trombosi delle vene del braccio, infezioni (localizzate o sistemiche) e lo spostamento degli elettro-cateteri dalla sede iniziale, che può richiedere interventi di riposizionamento.
Il segreto è una pressione controllata
Attualmente, l’approccio standard per ridurre queste complicanze è l’applicazione di una medicazione compressiva, o bendaggio compressivo, con immobilizzazione del braccio sinistro. Tuttavia, questa pratica non è sempre efficace.
Per questo Jackstat Med, startup milanese costituita nel 2018 e specializzata in presidi diagnostici, dispositivi medici ed elettromedicali, ha deciso di cambiare passo e offrire un’alternativa al classico bendaggio compressivo.
Infatti, la realtà ha messo a punto Jackstat, un corpetto contenitivo che – rispetto al bendaggio – è in grado di ridurre sia i tempi di recupero sia il rischio di insorgenza delle principali complicazioni post-operatorie in pazienti che hanno subito un intervento di posizionamento di un device cardiaco (pacemaker o defibrillatore) e che assumono anticoagulanti orali.
Nello specifico, si tratta di un gilet contenitivo di cotone elastico, facile da indossare e dotato di un “polmoncino” interno gonfiabile con il quale è possibile esercitare una pressione controllata sulla tasca chirurgica, e quindi adattabile a ogni fase della degenza.

Jackstat: lo stato dell’arte
Al momento il dispositivo Jackstat è in fase prototipale avanzata e trecento esemplari sono pronti per la validazione clinica.
Inoltre, a marzo 2021 la startup ha iniziato la sperimentazione clinica presso il Centro Cardiologico Monzino. Durante questo percorso, sarà supportata da due Contract Research Organization (CRO) per la raccolta e l’analisi dei dati.
Da ultimo, Jackstat Med ha iniziato il percorso regolatorio per ottenere la marcatura CE di Jackstat come dispositivo medico di classe I.
Aggiornamenti
Febbraio 2022
🏆 Jackstat Med si è aggiudicata il bando Incentivi per le PMI dei settori BioHighTech e HighTech con sede nel comune di Trieste – POR FESR 2014-2020, posizionandosi quindicesima nella classifica dei vincitori.
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